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Esami infertilità: test ormonali, ovulazione e pervietà tubarica
10 marzo 2025

Esami infertilità: test ormonali, ovulazione e pervietà tubarica

Esami infertilità: test ormonali, ovulazione e pervietà tubarica

Quali esami fare per valutare l’infertilità?

Capire se si è fertili è una delle prime domande che una coppia si pone quando cerca di concepire senza successo. Gli esami per la valutazione dell’infertilità femminile comprendono test ormonali, monitoraggio dell’ovulazione ed esami per verificare la pervietà tubarica.

In questo articolo analizzeremo nel dettaglio quali esami effettuare, quando e come eseguirli per ottenere una diagnosi chiara e completa.

Quali sono i test ormonali per valutare la fertilità?

I test ormonali sono il primo step nella valutazione dell’infertilità femminile. Attraverso un prelievo di sangue è possibile analizzare i livelli di diversi ormoni che regolano il ciclo mestruale e la funzione ovarica.

  • FSH (ormone follicolo-stimolante): regola la crescita dei follicoli nelle ovaie.
  • LH (ormone luteinizzante): responsabile del rilascio dell’ovocita.
  • Estradiolo: importante per lo sviluppo dell’endometrio.
  • Progesterone: essenziale per la fase luteale e il mantenimento della gravidanza.
  • AMH (ormone antimülleriano): misura la riserva ovarica e aiuta a prevedere la risposta ovarica alla stimolazione.
  • Prolattina: se eccessiva, può inibire l’ovulazione.
  • Ormoni tiroidei (TSH, FT3, FT4): influenzano il ciclo mestruale e la fertilità.

Questi esami vengono generalmente eseguiti tra il secondo e il quinto giorno del ciclo mestruale per garantire una valutazione precisa dei livelli basali.

Come si verifica l’ovulazione?

L’ovulazione è un elemento chiave della fertilità. Per confermarne l’avvenimento si possono utilizzare diversi metodi:

  • Monitoraggio dell’LH: il picco dell’ormone luteinizzante (LH) può essere rilevato con test urinari o dosaggi ematici tra il 12° e il 16° giorno del ciclo.
  • Progesterone plasmatico: un valore superiore a 10 ng/ml tra il 21° e il 24° giorno del ciclo conferma che l’ovulazione è avvenuta.
  • Ecografia transvaginale: consente di osservare lo sviluppo follicolare e l’eventuale rilascio dell’ovocita.
  • Temperatura basale: il suo aumento post-ovulatorio è un indicatore indiretto dell’ovulazione.

Il monitoraggio dell’ovulazione è essenziale per identificare eventuali anomalie e ottimizzare il periodo fertile.

Come si verifica la pervietà tubarica?

Le tube di Falloppio hanno il compito di trasportare l’ovocita fecondato verso l’utero. Un’occlusione tubarica può impedire il concepimento. Gli esami per valutare la pervietà delle tube includono:

  • Sonosalpingografia: esame ecografico con soluzione salina che verifica il passaggio del liquido attraverso le tube.
  • Isterosalpingografia (HSG): utilizza un mezzo di contrasto e una radiografia per evidenziare eventuali ostruzioni.
  • Laparoscopia diagnostica: tecnica invasiva che permette di visualizzare direttamente le tube con una piccola telecamera.

Un esame positivo conferma la pervietà tubarica, mentre un’anomalia può richiedere ulteriori approfondimenti o interventi terapeutici.

Quando fare gli esami per la fertilità?

Il momento giusto per eseguire gli esami per la fertilità varia a seconda del tipo di test:

  • I test ormonali devono essere eseguiti tra il secondo e il quinto giorno del ciclo.
  • Il monitoraggio dell’ovulazione deve avvenire tra il 12° e il 16° giorno del ciclo.
  • Il dosaggio del progesterone si effettua tra il 21° e il 24° giorno.
  • Gli esami per la pervietà tubarica possono essere eseguiti in qualsiasi momento del ciclo, ma spesso vengono effettuati nella prima fase del ciclo per evitare interferenze con una gravidanza in corso.

Seguire la giusta tempistica è fondamentale per ottenere risultati attendibili e utili alla diagnosi.

Quali sono le cause principali di infertilità?

L’infertilità può dipendere da molteplici fattori, tra cui:

  • Disfunzioni ovulatorie: sindrome dell’ovaio policistico (PCOS), insufficienza ovarica precoce.
  • Problemi ormonali: ipotiroidismo, iperprolattinemia.
  • Ostruzione tubarica: infezioni pelviche, endometriosi, aderenze post-chirurgiche.
  • Fattori uterini: malformazioni, fibromi, sinechie uterine.
  • Età avanzata: la riserva ovarica diminuisce con l’età, riducendo la probabilità di concepimento.

Identificare la causa specifica dell’infertilità è essenziale per definire il trattamento più adeguato.

Cosa fare dopo aver ricevuto i risultati?

Se gli esami evidenziano anomalie, è opportuno rivolgersi a un ginecologo o a uno specialista della fertilità per valutare le opzioni terapeutiche. Tra i trattamenti più comuni troviamo:

  • Stimolazione ormonale per migliorare l’ovulazione.
  • Chirurgia per rimuovere ostruzioni tubariche o fibromi.
  • Tecniche di procreazione assistita come la FIVET.

Un consulto medico aiuterà a scegliere il percorso più adatto per aumentare le probabilità di concepimento.